giovedì 22 novembre 2012

Pro-memoria


CorrIere della sera - 28 settembre 2012


IL RAPPORTO DELLA COMMISSIONE EUROPEA

Produttività in Europa, Italia maglia nera

Crescita negativa per il quarto trimestre consecutivo: -2,1%

Un'assemblea ai cancelli dello stabilimento Fiat di Termini ImereseUn'assemblea ai cancelli dello stabilimento Fiat di Termini Imerese
Crollo della produttività, quarto trimestre consecutivo di crescita negativa. È la fotografia dell'Italia proposta dal rapporto trimestrale della Commissione europea sul mercato del lavoro e la divergenza sociale nella Ue. Nel secondo trimestre l'Italia ha registrato la caduta di produttività più forte nella Ue: -2,1% dopo -0,8% nel primo trimestre, seguita da Ungheria (-1,9%), Regno Unito (-1,4%), Repubblica Ceca e Slovenia (-1,3%). Italia e Malta sono i soli stati Ue che registrano un calo per quattro trimestri consecutivi. Anche Cipro e Portogallo si trovavano al quarto trimestre di crescita negativa.
IL RAPPORTO - Nel rapporto si evidenzia come la situazione sociale e occupazionale nella Ue si è mantenuta «molto grave» nel secondo trimestre del 2012. Nel primo trimestre del 2012 il più alto numero di ore lavorative prestate dai lavoratori dipendenti a tempo pieno si è avuto in Grecia e in Austria, mentre il più basso è stato registrato in Finlandia, Irlanda e Italia. Altra situazione in cui emerge un caso italiano è la situazione delle famiglie: nell'ultimo anno, indica la Commissione, l'Italia ha registrato un aumento «particolarmente forte» delle difficoltà finanziarie seguita da Grecia, Irlanda, Cipro, Portogallo e Spagna. Come si vede tra questi l'Italia è il solo paese che non ha fatto ricorso o non lo ha chiesto all'aiuto dell'Eurozona. In generale, il reddito disponibile loro delle famiglie è calato nei due terzi dei paesi Ue tra il 2009 e il 2011. Nella Ue la disoccupazione ha raggiunto la quota record di 25,3 milioni, con un aumento di 2,6 milioni di unità (+11,6%) rispetto a marzo 2011. Il tasso di disoccupazione, che a livello Ue è ora al 10,4%, è aumentato in 17 Stati membri e si sono nuovamente accentuate le disparità tra i paesi meno in difficoltà e i paesi «periferici».
LA DISOCCUPAZIONE - Il divario fra il paese con la percentuale di disoccupazione più bassa (Austria, 4,5%) e quello con la percentuale più alta (Spagna, 25,1%) e di 20,6 punti percentuali, un massimo storico. Il numero dei disoccupati di lunga durata d' aumentato dall'anno scorso in 15 Stati membri, raggiungendo la quota di 10,7 milioni. I disoccupati di lunga durata costituiscono attualmente il 4,5% della popolazione attiva (+0,4 punti percentuali nell'ultimo anno). La disoccupazione giovanile è a un livello «drammatico»: 22,5% a luglio nella Ue, anche se non è cresciuta nel secondo trimestre. Dodici Stati membri hanno registrato tassi superiori al 25% e solo tre restano sotto la soglia del 10%: Austria, Germania e Paesi Bassi. 8,6 milioni sono i lavoratori a tempo parziale sottoccupati, prevalentemente donne, poi ci sono altri 10,9 milioni situati in una zona grigia tra l'inattività e la disoccupazione, in cui rientra anche chi abbia rinunciato alla ricerca di un lavoro. (Radiocor)

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