giovedì 29 novembre 2012

Allarme Ocse sul lavoro in Italia

Avvenire, 27 novembre 2012


L'area euro tornerà alla crescita solo nel 2014, con un'espansione dell'1,3%. Sono le nuove previsioni dell'Ocse, riviste al ribasso rispetto all'outlook pubblicato lo scorso maggio. Le nuove stime vedono l'economia dell'unione
monetaria in calo dello 0,4% quest'anno e dello 0,1% nel 2013.
L'economia mondiale, prevede ancora l'Ocse, crescerà del 2,9% nel 2012 e del 3,4% l'anno successivo. Si tratta di una netta revisione al ribasso rispetto alle stime precedenti, che calcolavano una crescita del 3,4% nel 2012 e del 4,2% nel 2013.
Nell'eurozona, sottolinea l'organizzazione di Parigi, "serve un'unione bancaria completa nel lungo termine, mentre nel breve periodo sono necessarie iniezioni di capitale diretta dall'Esm alle banche". L'unione monetaria, prosegue l'Ocse, ha inoltre bisogno di riforme strutturali che "stimolino la crescita rimuovendo gli ostacoli agli investimenti e all'efficienza nel settore dei servizi".
L'Ocse ha rivisto al ribasso anche le stime sulla crescita degli Usa, prevista al 2,2% quest'anno (contro il +2,4% stimato a maggio) e al 2% nel 2013 /+2,6% nell'outlook precedente). I paesi che registreranno le performance migliori saranno le economie emergenti esterne all'area Ocse, che restano comunque soggette a possibili effetti contagio legati alla crisi in Europa. In particolare il Brasile crescerà dell'1,5% quest'anno e del 4% nel 2013, la Cina del 7,5% nel 2012 e dell'8,5% l'anno successivo, l'India del 4,4% nel 2012 e del 6,5% nel 2013.
Per contrastare la crisi, che manterrà i tassi di disoccupazione elevati, quando non in un ulteriore crescita, in numerosi paesi, l'Ocse ha invitato a un alleggerimento generalizzato della politica monetaria. In particolare, sostiene l'organizzazione di Parigi, la Bce dovrebbe abbassare i tassi di interesse di un ulteriore 0,25%.
Il tasso di disoccupazione in Italia, stimato al 10,6% nel 2012, è destinato a salire all'11,4% nel 2013 e all'11,8% nel 2014. Alla luce delle previsioni dell'Ocse, che ha stimato un deficit/Pil al 2,9% nel 2013, l'Italia potrebbe avere bisogno di una nuova stretta fiscale nel 2014 per rispettare l'obiettivo di una riduzione del debito al 119,9% del Pil nel 2015. 
Le riforme varate dal governo Monti, in particolare quella del mercato del lavoro, riusciranno a sollevare l'Italia da una decade di stagnazione economica e l'esecutivo che gli succederà dovrà proseguire sulla stessa linea di riforme strutturali e consolidamento fiscale. È quanto afferma l'Ocse, aggiungendo che "una marcia indietro danneggerebbe sia la fiducia dei mercati che la crescita". 
Le misure di austerità varate dal governo Monti hanno causato il maggior calo dei consumi registrato in Italia dal secondo conflitto mondiale. Lo sottolinea l'Ocse nel suo nuovo outlook. "Il consolidamento fiscale, pari quest'anno a quasi il 3%, ha indebolito la domanda interna, e i consumi privati sono scesi al tasso maggiore dalla Seconda Guerra Mondiale", afferma l'organizzazione di Parigi. 
L'analisi dell'Ocse ha sollecitato il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli, che ha allontanato l'ipotesi di una possibile nuova manovra nel 2014. A una precisa domanda sulla questione infatti ha replicato: "Io ritengo che
non sia necessaria"..

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