Il Sole 24 Ore
Articolo di Claudio Tucci, del 2 gennaio 2013
Il nodo da sciogliere, al più presto, sul fronte lavoro è l'emanazione del Dpcm che renderà operativa da subito la detassazione dei salari di produttività, sbloccando così i 2,150 miliardi di euro fino al 2015 stanziati per questa "speciale agevolazione" dalla legge di stabilità.
Con oltre 300 dossier su aziende in difficoltà sotto osservazione al Mise e una vera e propria esplosione della Cig (nel 2012 si è superato il miliardo di ore autorizzate) l'emanazione del Dpcm (il termine per pubblicarlo è fissato al 15 gennaio - dopo l'intesa raggiunta tra le parti sociali, tranne la Cgil, a novembre scorso) rappresenta un primo passo per ridurre il cuneo fiscale a carico delle imprese, e dare una boccata d'ossigeno anche ai lavoratori. In attesa che dal 2014 scatti l'alleggerimento dell'Irap (lavoro) con le nuove deduzioni previste dalla legge di stabilità.
Ridurre gli intervalli nei contratti a termine
Altro tema da affrontare, e con urgenza, è come rendere meno rigida la flessibilità in entrata, dopo la stretta operata della legge Fornero. Emanato il decreto sulle partite Iva "genuine" (che quindi non subiranno il giro di vite), resta da vedere, sul fronte dei contratti a termine, se le parti sociali sapranno disciplinare, in sede contrattuale, le ipotesi di riduzioni a 20 o 30 giorni degli intervalli tra un contratto a termine e il successivo. In ogni caso, il ministero del Lavoro potrà intervenire entro il 18 luglio 2013 a individuare altri casi specifici dove ridurre lo "stop and go", che oggi la legge 92 fissa rispettivamente in 60 e 90 giorni, per i contratti che superano i sei mesi di durata.
Altro tema da affrontare, e con urgenza, è come rendere meno rigida la flessibilità in entrata, dopo la stretta operata della legge Fornero. Emanato il decreto sulle partite Iva "genuine" (che quindi non subiranno il giro di vite), resta da vedere, sul fronte dei contratti a termine, se le parti sociali sapranno disciplinare, in sede contrattuale, le ipotesi di riduzioni a 20 o 30 giorni degli intervalli tra un contratto a termine e il successivo. In ogni caso, il ministero del Lavoro potrà intervenire entro il 18 luglio 2013 a individuare altri casi specifici dove ridurre lo "stop and go", che oggi la legge 92 fissa rispettivamente in 60 e 90 giorni, per i contratti che superano i sei mesi di durata.
Emanare le linee guida sui tirocini
La strada dovrebbe essere in discesa per le linee guida sui tirocini, che potrebbero essere approvate entro fine gennaio, dopo un serrato confronto tra Stato e Regioni. Le nuove norme vanno a riscrivere l'intera disciplina per contrastare gli abusi e riconoscere una congrua indennità (e armonizzare queste regole anche nel pubblico impiego). Entro il 18 gennaio, poi, dovrà essere emanato il decreto interministeriale (Lavoro ed Economia) che renderà possibile vedersi liquidare le mensilità Aspi non ancora percepite al fine di avviare una attività imprenditoriale o di lavoro autonomo.
La strada dovrebbe essere in discesa per le linee guida sui tirocini, che potrebbero essere approvate entro fine gennaio, dopo un serrato confronto tra Stato e Regioni. Le nuove norme vanno a riscrivere l'intera disciplina per contrastare gli abusi e riconoscere una congrua indennità (e armonizzare queste regole anche nel pubblico impiego). Entro il 18 gennaio, poi, dovrà essere emanato il decreto interministeriale (Lavoro ed Economia) che renderà possibile vedersi liquidare le mensilità Aspi non ancora percepite al fine di avviare una attività imprenditoriale o di lavoro autonomo.
Riformare le politiche attive e i servizi per l'impiego
Un altro nodo, ugualmente urgente, ma che probabilmente sarà affrontato dal prossimo Governo, è la delega sulle politiche attive, e in particolare sul riordino dei centri per l'impiego. Dopo aver riformato gli ammortizzatori sociali (dal 1° gennaio è entrato in vigore l'Aspi) sarebbe stato opportuno riformare anche le politiche attive, oggi vero e proprio tallone d'achille del nostro mercato del lavoro. Basti pensare che i centri per l'impiego, gestiti dalle province, collocano appena 3 lavoratori su 100. Sempre al prossimo Governo toccherà il compito di emanare la delega per la partecipazione dei lavoratori agli utili e al capitale d'impresa, mentre per il decollo dei fondi bilaterali per il sostegno al reddito (che la legge Fornero aveva indicato a metà gennaio 2013) ci sarà più tempo: la legge di stabilità ha concesso alle parti sociali sei mesi in più di tempo, spostando al 18 luglio il termine finale entro cui andrà completato il processo istitutivo dei fondi.
Un altro nodo, ugualmente urgente, ma che probabilmente sarà affrontato dal prossimo Governo, è la delega sulle politiche attive, e in particolare sul riordino dei centri per l'impiego. Dopo aver riformato gli ammortizzatori sociali (dal 1° gennaio è entrato in vigore l'Aspi) sarebbe stato opportuno riformare anche le politiche attive, oggi vero e proprio tallone d'achille del nostro mercato del lavoro. Basti pensare che i centri per l'impiego, gestiti dalle province, collocano appena 3 lavoratori su 100. Sempre al prossimo Governo toccherà il compito di emanare la delega per la partecipazione dei lavoratori agli utili e al capitale d'impresa, mentre per il decollo dei fondi bilaterali per il sostegno al reddito (che la legge Fornero aveva indicato a metà gennaio 2013) ci sarà più tempo: la legge di stabilità ha concesso alle parti sociali sei mesi in più di tempo, spostando al 18 luglio il termine finale entro cui andrà completato il processo istitutivo dei fondi.
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