Pensione ai “precari” :
in attesa di una precisazione, ecco come funziona
di Luigi Degan e Giuseppe Sabella
Nei giorni scorsi si sono susseguite in rete e su
alcuni quotidiani notizie allarmanti in merito al destino previdenziale dei lavoratori
parasubordinati. I rumors sono stati attribuiti ad una frase pronunciata dal
Presidente dell’INPS, Antonio Mastrapasqua, che, rispondendo ad una domanda
formulata durante un convegno dell’Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese
Assicuratrici) e Consumatori, avrebbe detto che “se dovessimo dare la
simulazione (on line, ndr) della pensione ai parasubordinati, rischieremmo un
sommovimento sociale”.
Secondo queste voci, le parole di Mastrapasqua,
significherebbero che tale tipologia di lavoratori non percepirà pensione
alcuna, nonostante i versamenti previdenziali effettuati.
In attesa di una precisazione da parte dell’INPS,
siamo andati a verificare le regole previdenziali per questi lavoratori.
Nel 1995, presso l’INPS, è stata istituita una
Gestione Separata, quindi una specifica forma di previdenza obbligatoria, dove
finiscono i contributi di questi lavoratori versati in misura che varia dal 16
al 26,72 % del reddito che deriva dalle attività per le quali è stato
sottoscritto un contratto di collaborazione. Per la legge i lavoratori iscritti
alla Gestione Separata hanno diritto alla pensione di vecchiaia. Non solo: hanno
anche diritto alla pensione di inabilità, all'assegno di invalidità, alla
pensione ai superstiti, alla pensione supplementare e al supplemento di
pensione.
Tuttavia, per avere diritto alla pensione di
vecchiaia, i lavoratori che sono iscritti alla Gestione Separata devono avere
versato contributi per almeno 5 anni ed avere almeno 60 anni, se donne, o 65,
se uomini. Quindi i lavoratori con contratti di collaborazione a progetto, i
lavoratori autonomi che esercitano la professione in modo abituale, gli
incaricati delle vendite a domicilio, gli spedizionieri doganali, i titolari di
borse di studio per la frequenza ai dottorati di ricerca, dovranno avere un
minimo di permanenza nella Gestione Separata di 5 anni, esattamente come i
lavoratori subordinati.
Secondo le regole attuali, infatti, i lavoratori
subordinati potranno godere della pensione di vecchiaia solo se avranno versato
almeno 5 anni di contributi. Le regole del trattamento pensionistico per i
lavoratori parasubordinati sono identiche a quelle dei lavoratori considerati
privilegiati: i lavoratori subordinati.
Il legislatore, inoltre, tenendo presente che la
vita lavorativa è e sarà sempre più caratterizzata da fasi di lavoro con
contratti differenti – a periodi di lavoro subordinato si aggiungono periodi di
collaborazione – ha previsto anche che l’iscrizione ad una Gestione Previdenziale
Obbligatoria, come quella dei lavoratori subordinati, e l’iscrizione alla
Gestione Separata siano autonome e diano diritto a prestazioni pensionistiche
separate.
A questo punto, cosa significano le parole del
Presidente dell’INPS?